I profili di illegittimità costituzionale della legge sulla cittadinanza

L’e-book di CILD, gratuito e scaricabile online, per aprire una discussione sulla costituzionalità della normativa sulla cittadinanza.

L’acquisto della cittadinanza italiana è disciplinato dalla legge 5 febbraio del 1992, n. 91. Si tratta, come è noto, di una legge datata non solo in ragione del tempo trascorso – non ancora trent’anni, ma resi pesanti da tanti mutamenti epocali – quanto per la sua impostazione di fondo, che già in anni ormai lontani ne ha comportato l’irridente ma verace definizione di “legge a scoppio ritardato”, nata quindi già vecchia. 

Con l’obiettivo di riaprire una discussione sulla legalità costituzionale della normativa relativa alla cittadinanza, individuandone le criticità rimaste in ombra durante questi lunghi anni di sofferto e poco fruttuoso lavoro di riforma parlamentare della legge 91 del 1992, la Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili pubblica l’ebook “I profili di illegittimità costituzionale della legge sulla cittadinanza“, liberamente e gratuitamente scaricabile online.

L’ebook, curato dall’avvocato Gennaro Santoro, con prefazione del Professore Patrizio Gonnella e le conclusioni dell’avvocato  Arturo Salerni, vuole fornire uno strumento di lavoro per gli operatori di diritto su alcuni profili di possibile illegittimità costituzionale della legge.

Sommario

Saggio di apertura

Già nel primo saggio di apertura, quello del Professore Paolo Morozzo della Rocca della Comunità di Sant’Egidio, vengono sottolineati i primi aspetti critici relativi al requisito della “residenza legale” – richiesta nelle varie ipotesi disciplinate dall’art. 9 (naturalizzazione), dall’art. 5 (cittadinanza per matrimonio) e dall’art. 4 (elezione per chi è nato in Italia al compimento della maggiore età)- e l’irragionevolezza dell’automatismo preclusivo nei confronti di chi ha un’interruzione dell’iscrizione anagrafica di pochi mesi. Sono poi analizzati altri aspetti di dubbia costituzionalità relativi al requisito della convivenza, della conoscenza della lingua italiana, dell’abnormità dei tempi per la conclusione del procedimento e delle nuove ipotesi di revoca della cittadinanza introdotte dal Decreto Salvini. Il saggio introduttivo si chiude con una riflessione sull’irragionevolezza della differenziazione tra minori adottati e minori adottabili non adottati potendo solo i primi acquisire la cittadinanza nonostante la perdita definitiva dei legami con la famiglia biologica e l’assunzione di responsabilità dell’Italia nei confronti del minore dichiarato adottabile perché in stato di abbandono. 

Secondo capitolo

Il secondo capitolo, curato dalle dottoresse Martina Avigliano ed Eleonora Santoro, è dedicato alla comparazione con altre normative di paesi dell’Unione Europea (Francia, Germania, Olanda, Portogallo e Romania), mettendo in luce la totale assenza di una normativa sullo ius soli e lo ius culturae prettamente italiana e l’abnormità e irragionevolezza delle tempistiche italiane per la conclusione del procedimento.

Terzo capitolo

Il terzo ed ultimo capitolo, curato dalla dottoressa Flaminia Delle Cese e dall’avvocato Gennaro Santoro, è dedicato alla strategic litigation, con l’analisi della giurisprudenza costituzionale e amministrativa più rilevante, a partire dal destino infausto che ha avuto una class action contro i ritardi del Ministero dell’Interno nei procedimenti di concessione della cittadinanza per naturalizzazione. Il capitolo si chiude poi con un’analisi di due sentenze (del 7 dicembre 2017, n. 258 della Corte costituzionale e del 7 luglio 2020, n. 7846 del Tar Lazio) relative al riconoscimento della cittadinanza per naturalizzazione dei disabili per poi proporre una lettura espansiva del principio di eguaglianza e di non discriminazione che potrebbe essere utilizzata anche nel contenzioso relativo ad altri soggetti vulnerabili, a partire dai minori, che intendono acquistare la cittadinanza.

L’e-book di CILD: I profili di illegittimità costituzionale della legge sulla cittadinanza

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