Le criticità del patto europeo migrazione e asilo alla luce del contesto italiano

In vista dell’incontro del 28 e 29 gennaio dei Ministri di Giustizia e Interno a Lisbona, pubblichiamo il nostro documento rivolto al governo italiano e agli europarlamentari che analizza tre punti critici del patto e espone le nostre proposte per un accordo comune basato sui diritti.


I paesi dell’Unione europea stanno ancora negoziando i contenuti del patto europeo su migrazione e asilo e iniziano le discussioni sulle proposte normative. Dall’inizio del 2021 il Portogallo ha inaugurato il semestre di presidenza al Consiglio dell’Unione europea e ha dato il via ad una serie di colloqui sulla migrazione. Il ministro degli interni portoghese, Eduardo Cabrita, si è infatti incontrato con funzionari governativi di Grecia, Spagna, Malta, Italia e il 28 e 29 di gennaio, a Lisbona, si terrà un incontro informale tra i Ministri della Giustizia e degli Affari interni per discutere le strategie europee in relazione al Nuovo Patto su Migrazione e Asilo.


“Scopo del presente documento è evidenziare le principali criticità dei meccanismi individuati dal Patto alla luce di quanto già avviene nel contesto Italiano e proporre le modifiche necessarie a implementare un sistema che assicuri il rispetto dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo e una procedura equa ed efficiente di esame delle domande di protezione.”


Il nuovo patto europeo su migrazione e asilo: Le criticità alla luce del contesto italiano
Aggiornato all’8 gennaio 2021

Alcune criticità analizzate nel documento

1. Il patto propone uno strumento di frontiera secondo il quale il richiedente asilo sarà soggetto ad uno screening di identità, salute e pericolosità, e in base a questo passerà alla procedura di asilo o di respingimento. Questo sistema è problematico per diversi motivi tra cui il fatto che grava esclusivamente sui paesi alle frontiere europee, e che attua una formalizzazione del sistema hotspot, che porta a gravi violazioni quali il trattenimento arbitrario e l’esclusione dal diritto di asilo.

2. Le misure individuate nel patto riguardo la determinazione dello Stato membro competente della domanda di asilo non elimina il criterio del primo paese di ingresso, un criterio che ha messo in crisi il sistema Schengen. I trasferimenti verso l’Italia sono stati spesso condotti senza la necessaria valutazione delle condizioni di accoglienza anche  per soggetti vulnerabili.

3. Il Patto predispone inoltre dei meccanismi di gestione di “crisi migratoria” che pone ampie possibilità di deroga alle garanzie procedurali, comportando una situazione di non diritto in cui i cittadini stranieri sono esposti ad elevati rischi di detenzione e refoulement.

Per approfondire le criticità si rimanda al documento.

Le nostre proposte

  • Garantire una gestione delle frontiere interne ed esterne europee trasparente e basata sui diritti. I migranti che attraversano tali frontiere sono titolari di diritti, in particolare di quello di chiedere asilo e di essere protetti dal respingimento, da trattamenti inumani e degradanti e dalla detenzione arbitraria. Le Guardie di frontiera e le Agenzie di frontiera devono avere mandati chiari e trasparenti e devono essere assicurati meccanismi di monitoraggio indipendente con un mandato pieno e possibilità di accesso anche alle aree frontaliere e pre-frontaliere. 
  • Garantire ai cittadini stranieri un accesso pieno ed effettivo alle procedure di protezione internazionale, alle connesse garanzie di difesa e di tutela giurisdizionale, rifiutando l’adozione delle procedure accelerate di frontiera e assicurando il rispetto del diritto di asilo costituzionalmente garantito.
  • Prevedere che i richiedenti asilo abbiano, per tutta la durata dell’esame della loro domanda di asilo, in sede amministrativa e giurisdizionale, un diritto di regolare soggiorno nel territorio dello Stato che esamina la loro domanda di asilo, con conseguente diritto a condizioni di accoglienza dignitose, in strutture diffuse di piccole dimensioni, e ad accedere a percorsi di istruzione, formazione e inserimento sociale, con particolare attenzione alla condizione dei minori.
  • Garantire il pieno diritto ad un ricorso effettivo per i richiedenti protezione internazionale a tutti i livelli, in particolare assicurando che i ricorsi contro il rigetto della domanda di asilo abbiano sempre effetto sospensivo. Rifiutare l’introduzione di norme volte a limitare la possibilità di ricorso giurisdizionale contro decisioni di allontanamento, nei casi di rigetto delle richieste di protezione.
  • Rifiutare l’introduzione di meccanismi di gestione delle situazioni di “crisi migratoria” che comportino la contrazione dei diritti dei cittadini stranieri e dei richiedenti asilo, e un’espansione delle forme di trattenimento e confinamento.
  • Stabilire meccanismi veloci di effettiva ripartizione della responsabilità di accoglienza e di esame delle domande di asilo tra gli Stati membri che tengano conto dei legami sociali, delle possibilità di inclusione e della volontà dei richiedenti asilo.
  • Aumentare i canali di accesso e permanenza regolari in Europa attuando una politica dei visti adeguata e facilitando l’accesso al territorio dell’Unione europea per coloro che sono stati costretti a lasciare il loro Paese di origine, sospendendo ogni politica di esternalizzazione delle frontiere e del diritto di asilo e ogni accordo finalizzato al contenimento dei flussi con paesi di origine e transito.
  • Rafforzare e rendere vincolanti per gli Stati i programmi di reinsediamento dei rifugiati  bloccati in Paesi terzi tramite l’adozione di apposito Regolamento che preveda quote annuali, procedure rigorose e garanzie che limitino la discrezionalità degli Stati; il medesimo Regolamento dovrebbe altresì prevedere una disciplina per il rilascio di visti di ingresso nella UE per motivi umanitari.
  • Predisporre operazioni europee di ricerca e soccorso in mare, superare le e politiche che criminalizzano le ONG coinvolte nelle operazioni SAR e che ne ostacolano il lavoro, attraverso norme vincolanti  e l’istituzione di chiari meccanismi di cooperazione tra istituzioni e ONG al fine di garantire che le persone soccorse dalle organizzazioni della società civile sbarchino immediatamente nel più vicino porto sicuro europeo.

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