Nessuna emergenza negli arrivi dei rifugiati ma solo la necessità di incrementare i trasferimenti

L’emergenza e il ruolo negativo della Regione FVG

Se si considera che il periodo estivo è, da sempre, quello nel quale si concentrano il maggior numero di arrivi e che durante il periodo di piena pandemia le domande di asilo sono calate di oltre il 30% in tutta Europa, si può vedere con estrema chiarezza come i dati degli arrivi nel primo semestre 2021 sono appena leggermente superiori, ma senza scostamenti significativi, rispetto al 2019, anno effettivo di riferimento.

Non c’è dunque nessuna situazione di emergenza in atto ma esclusivamente la necessità di aumentare la frequenza dei trasferimenti fuori regione tornando ai livelli del 2019 in modo che non avvenga, come in questi giorni, che le strutture di quarantena siano sature.

La campagna mediatica messa in atto dalla Regione FVG, secondo la quale la situazione sarebbe ingestibile, è totalmente falsa e copre il vuoto di un ente che da anni ha dismesso ogni funzione utile in questo campo, collocandosi volutamente tra le realtà che ostacolano una corretta gestione dell’accoglienza. La Regione potrebbe infatti dare il proprio supporto aiutando le associazioni e le prefetture nel reperimento di posti, anche temporanei; potrebbe al tempo stesso sostenere l’operato delle associazioni e delle forze di polizia con mediatori linguistici, indispensabili in tutte le fasi, specie in quelle del primo arrivo. Al posto di tutto ciò abbiamo invece il nulla, se non una eterna lamentazione e un costante incitamento alla ripresa di prassi illegali e di comportamenti sociali violenti, insieme a un tentativo grottesco e moralmente riprovevole di additare uomini, donne e bambini stremati e bisognosi di tutto quali responsabili della diffusione del covid. Mai si erano toccati nella storia di questo territorio livelli così bassi.

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