Il sistema dell’accoglienza di Trieste: report statistico 2022

Questa mattina è stato presentato, nella sede della Caritas di Trieste, il Report statistico 2022 sul sistema dell’accoglienza di Trieste. È possibile scaricarlo liberamente cliccando qui.

Di seguito una breve sintesi della conferenza stampa

Don Alessandro Amodeo (Caritas Trieste) ha introdotto la presentazione: «il report fotografa la situazione reale, mostra cosa accade mese per mese. Quest’inverno avevamo un andamento degli arrivi più basso, con l’arrivo della bella stagione il numero degli arrivi è ripreso ma, al tempo stesso, sono calate le redistribuzioni sul territorio nazionale. Si crea così il problema dei “senza destinazione”», persone per le quali non c’è posto in accoglienza a Trieste e perciò sono costrette a dormire per strada.

Per esporre i dati delle slide è intervenuto Gianfranco Schiavone (ICS): «Questo rapporto fotografa il sistema dall’interno e presenza grandi assonanze con un altro report recentemente presentato, “Vite abbandonate”. Integrando un report con l’altro è possibile osservare che il numero degli afghani è minore rispetto all’altro rapporto, ciò significa che la maggior parte dei rifugiati afghani intende Trieste (e l’Italia) come un paese di transito».

Questo rapporto mette in crisi i luoghi comuni sull’accoglienza, osserva Schiavone: «Confrontando 2021 e 2022 si constata che non c’è stato un aumento significativo nel numero di richiedenti asilo. C’è un leggero aumento, dovuto all’ingresso dei cittadini ucraini (come evidenziato dalla slide 7). Il problema sta nella mancanza di trasferimenti: nel 2022 sono stati pochi rispetto alle esigenze del territorio, stesso problema registrato anche nel 2023. I trasferimenti si stanno dimostrando inadeguati: al momento ci sono quasi 300 persone senza accoglienza costrette a dormire per strada, mentre nell’intero mese di giugno solo 30 persone sono state trasferite altrove».

Passando agli esiti delle domande di asilo, si può osservare che «solo 25% di diniego in sede amministrativa (non contando perciò i ricorsi), mentre la larga maggioranza si ha accoglienza delle domande, una media superiore a quella nazionale», aggiunge Schiavone.

«Tra i miti sfatati – osserva Schiavone – si osserva che, nel complesso, solo 540 richiedenti asilo provengono dai così detti “paesi sicuri”, un numero pari a circa l’8% delle domande. Gli hotspot, secondo le intenzioni del legislatore, dovrebbero esaminare la domanda di chi proviene da paesi sicuri: si capisce l’inutilità di una simile struttura per il FVG, poiché rimarrebbe semivuota a differenza della piazza, che resterebbe piena».

Il rapporto evidenzia che il sistema è estremamente duale: «per chi è all’interno, il sistema è di grande qualità e produce ricchezza per il territorio. Per chi resta fuori, invece, la situazione è ben diversa: queste persone sono abbandonate dagli enti che dovrebbero occuparsi dei trasferimenti», conclude Schiavone.

Nella conferenza stampa è intervenuto anche il nuovo Vescovo di Trieste Mons. Trevisi: «non abbiamo soluzioni dal punto di vista giuridico e politico, ma è nostro dovere esserci, come cristiani non possiamo girarci dall’altra parte. Da parte nostra c’è desiderio di contribuire e chiamare tutti ad affrontare una situazione complessa. Sapere che ci sono tante persone per strada è una cosa che ci trafigge, questa potrebbe essere la premessa per creare delle tensioni».

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